Teste di moro

illustrazioni per packaging

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Lavoro realizzato per le confezioni in legno delle penne artigianali Sygla.
La richiesta è stata quella di illustrare la leggenda sull’origine dei famosi vasi in ceramica siciliani, le Teste di Moro.

Correva l’anno 1100. In Sicilia subivamo l’ennesima dominazione. Gli arabi.
A Palermo, alla Kalsa, quartiere antico e indispensabile, viveva una ragazza, una fanciulla dai capelli neri e la notte negli occhi. Non c’era tempo della sua giornata che la ragazza non passasse insieme alle sue piante, sul terrazzo grande appena sopra casa sua. Se le guardava, se le proteggeva, riversava su ognuna di loro ogni cura possibile. Un giorno, un giovane moro, di passaggio sotto al suo terrazzo, alzando gli occhi al cielo la vide. E gli parve la cosa più bella che avesse mai visto.

Non ebbe parole, o pensieri, da offrirle, solo il pieno di uno sguardo ormai perdutamente innamorato.
La fanciulla, travolta da tanto ardore, si perse in quello sguardo. Il giovane moro le promise amore eterno. La fanciulla sentì che la Kalsa, e Palermo, e la Sicilia, e il mondo intero erano tutti lì, sulla pelle tesa e scura di quel ragazzo. Fu amore. Fu amore pieno, senza misura, senza buon senso, consumato
senza discipline.

Poi, in un giorno senza sole, accadde che il giovane moro confessò di dover tornare a casa, in Oriente.
Lo aspettavano, lì, una moglie e dei figli. La fanciulla si sentì precipitare. Il dolore si fece fatto veleno, e il veleno rabbia, furore, pazzia. Così, con gli occhi di vetro, nel sonno, lo uccise.
Poi gli tagliò la testa, la portò sul terrazzo, lì dove tutto era cominciato, e ne fece un vaso.
Pensò che sarebbero rimasti insieme per sempre. Poi, dentro, vi piantò del basilico e cominciò a piangere. E pianse come lo aveva amato. Senza misura.

Il basilico, così, prese a crescere grasso e rigoglioso. Le altre donne della Kalsa, forse ignare, si presero d’invidia. Così, stregate da quel verde, una dopo l’altra, si fecero costruire dei vasi che somigliassero alla testa del giovane moro.
Non passò che un tempo breve, brevissimo, prima che Palermo si trovasse teste di moro dappertutto.
Il resto, come si suol dire, è storia.
SYGLA vuole dedicare questa leggenda, e le tre illustrazioni (realizzate da Francesca Dimanuele), a tutte le donne innamorate della Sicilia. E vuole ricordare una piccola cosa a chiunque non lo avesse ancora capito… mai tradire una donna Siciliana.

Testo: Michele Arezzo

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